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Il progetto

È una Campania Felix produttrice d’arte e di storia dell’arte, più o meno recente, quella delineata nel progetto di ricerca e digitalizzazione “MADREscenza 2020 - Fondazione Donnaregina per gli Archivi del Contemporaneo in Regione Campania” (Contesto Tematico 1 - Arte Contemporanea). 
“La storia è l’archivio, il disegno di ciò che siamo e cessiamo di essere, mentre l’attuale è lo schizzo di ciò che diveniamo”, scriveva il filosofo Gilles Deleuze, ed è da questa idea di Storia che si è partiti, individuando sette importanti archivi d’arte in Campania, che riassumano in sé una Storia, o meglio un insieme di Storie, da raccontare grazie alla grande varietà di documenti ivi conservati. Archivi, inoltre, da intendersi come una importante fonte per la ricostruzione filologica e la condivisione pubblica delle più importanti sperimentazioni artistiche contemporanee avvenute in Campania dal 1960 in avanti. E alcuni dei capisaldi di questa centralità dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania sono rintracciabili in specifici episodi - mostre, eventi, produzioni di opere - e protagonisti – artisti, critici, curatori, galleristi, collezionisti - che sono al contempo già storia dell’arte e potenziali indicatori di una attività culturale responsabile, di una crescita che rintracci proprio nella cultura contemporanea un fattore di coesione sociale, sviluppo economico e identità territoriale. Il patrimonio del e nel contemporaneo per Napoli e la Campania può essere considerato un vero e proprio brand culturale che il territorio può esprimere: ovvero un patrimonio diffuso, la cui gestione condivisa con i legittimi proprietari, innesca una produttiva partnership tra pubblico e privato.

Il progetto “MADREscenza 2020”, nel mettere insieme attività di ricerca e innovazione in tema di dematerializzazione di opere, documenti e ambienti espositivi del patrimonio culturale pubblico e privato del Novecento e del Nuovo Millennio in Campania, ha individuato come primi protagonisti di questa ricca stagione produttiva, anche per la grande varietà dei documenti e delle testimonianze conservate, i seguenti archivi: Il Fondo Marcello Rumma dell’Archivio Lia Incutti Rumma (Napoli), l’Archivio Amelio-Santamaria (Napoli), l’Archivio Marina Vergiani (Napoli), l’Archivio della Fondazione Filiberto e Bianca Menna (Salerno), Il Fondo Living Theatre della Fondazione Morra (Napoli), i fondi arte contemporanea di Castel Sant’Elmo della Direzione regionale Musei Campania e l’archivio del Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina (Napoli). Così questi archivi d’arte, posseduti da fondazioni, musei, gallerie, privati, si raccontano fra descrizione e narrazione. Archivi da intendere come luoghi di conservazione “fisica”, che diventano “digitali”, e nei quali i vari fondi e raccolte messi a disposizione sul web per la libera fruizione, manifestano evidenti caratteri di completezza e unicità, data l’articolazione, la varietà e la rilevanza dei tanti materiali conservati.  Si è inoltre reso necessario definire protocolli di lavoro condivisi e fornire indicazioni operative univoche per una gestione scientifica corretta di patrimoni documentari tanto complessi per costituzione, formazione e trasmissione futura.
 
Le opere d’arte, documenti e materiali a stampa, ambienti espositivi, dopo un ampio programma di ricerca, catalogazione e digitalizzazione, fanno rete, condividendo così saperi e conoscenze di un passato recente. Il portale offre una visione d’insieme della memoria storica e culturale dell’arte in Campania. Una galassia di relazioni intreccia e connette l’infinita varietà di questo patrimonio culturale della contemporaneità, che si espande nello spazio e nel tempo, sino alla più stringente attualità. Un patrimonio di documentazione e memoria, che unisce e integra passato e presente, trova così “casa” in un “Archivio degli Archivi”, un'unica piattaforma accessibile a tutti: studiosi e addetti ai lavori, imprese e enti di ricerca, ma che si apre anche ad un vasto e variegato pubblico di utenti. La scelta di delineare una prima mappa di archivi contemporanei, particolarmente a rischio di dispersione, è stata dettata dalla volontà di una politica culturale regionale attenta alla salvaguardia, conservazione e valorizzazione di questi particolari beni culturali, custodi di ricchezze materiali e immateriali che li caratterizzano. La mappatura rappresenta il primo step di un’indagine conoscitiva in un campo in gran parte inesplorato, quello degli Archivi d’arte contemporanea (dal ‘900 ad oggi), pubblici e privati. Si tratta in fondo, come ha scritto il museologo francese Hugues de Varine, di condividere la consapevolezza che ognuno di noi possiede un piccolo ma fondamentale pezzo di memoria culturale: «il patrimonio della comunità è globale e comprende anche il patrimonio privato dei membri stessi della comunità»